Mersi, Agostino (don)
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- Mersi, Agostino (don)
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pollone
- Data di nascita
- 1882
- Luogo di morte
- Pollone
- Data di morte
- 28 aprile 1943
Biografia / Storia
- "Al 28 aprile dell'anno testè trascorso decedeva in Pollone, dove era nato nel Settembre 1882, il sacerdote Prof. Don Agostino Mersi. In quel giorno il Biellese perdeva non solo un poeta, ma anche un «suo» poeta. Infatti la vasta produzione lirica del compianto sacerdote può facilmente essere distinta in tre gruppi: quello delle poesie di occasione, che sono le più numerose ma le meno significative; quello delle poesie a carattere strettamente religioso, costantemente elevate di pensiero e di forma, ma necessariamente contenute nel doveroso riserbo che l'argomento impone; ed infine quello delle poesie ispirate da paesaggi o da figure della nostra terra biellese, che sono, senza dubbio, le migliori di tutte. Pur facendo le debite differenziazioni di pensiero e, se vogliamo, anche di stile, possiamo ben dire che se Giovanni Camerana resterà nella storia della nostra letteratura regionale come lo squisito cantore del grande Santuario oropeo, Agostino Mersi vi resterà come il cantore di un altro Santuario, di quel piccolo santuario di San Giovanni che lo ospitò per molti anni dotto educatore, circondando il suo spirito di miti silenzi e di suggestiva pace [...]. L'attività poetica di Don Mersi ebbe inizio agli albori del secolo e già nel 1904 Egli pubblicò un primo ed ormai introvabile volumetto «Primizie», stampato a Torino nella Tipografia Salesiana. Ma fama maggiore gli venne dal suo secondo volume «Canti solitari», stampato nel 1914 nella Tipografia dell'Unione Biellese, e dedicato alla Signor Silvia Piacenza Bozzalla. Questo volume incontrò quasi unanimi lodi, chè poche e lievi furono le critiche: e, più di ogni altra lode, giunse all'Autore sommamente gradito il lusinghiero giudizio di un Poeta caro alla nostra prima giovinezza, ed oggi tanto immeritatamente dimenticato dalle nuovissime generazioni, Giovanni Bertacchi. Il volume è suddiviso in diversi capitoli: il maggior numero di liriche è contenuto nel capitolo «Pastelli alpestri», capitolo che raccoglie appunto le poesie di ispirazione biellese, e che si chiude con quella «Canzone del Cervo» che è notissima anche perchè spesso riportata in altre pubblicazioni [...]. Alcuni anni dopo la pubblicazione di «Canti solitari» e più precisamente nel 1919, il poeta pubblicava un terzo libro «Dolore e gloria», pure stampato nella Tipografia dell'Unione Biellese ed offerto alla Signora Maria Sella Biancheri che - negli anni dolorosi e gloriosi - della nostra guerra redentrice - tutta sè stessa dedicò - alle opere di assistenza civile [...]. In seguito Don Mersi non pubblicò più alcun libro, pur continuando a collaborare costantemente sia nel giornale «Il Biellese» come in altri periodici: ma i quaderni che raccolgono le sue poesie, e che sono gelosamente conservati dal memore affetto della sorella e dei nipoti, lasciano trasparire in molte note marginali come Egli avesse probabilmente intenzione di riunire in un nuovo libro le migliori liriche scritte nell'ultimo ventennio, alcune delle quali - veramente bellissime - costituiscono le gemme più preziose della sua vasta produzione. Ma un triste Destino - affrettato forse dall'intenso dolore da Lui provato per la perdita gloriosa dell'amatissimo nipote, Tenente Aviatore Piero Ricaldone - gli impedì di compiere questo suo legittimo desiderio, portandolo tanto precocemente a dormire l'eterno sonno dei buoni e dei giusti nel piccolo cimitero di Pollone [...]". Così scriveva Beppe Mongilardi su "Almanacco Biellese 1944".