"Acta Adm. Rev. Domini Prioris Ecclesie Parochialis Vallis Andurni Johannis Petri Gaye contra Particulares Vicorum de Vittono et Rosazza ac dominum promotorem"

Tipologia Documento
Data topica Campiglia Cervo, Piedicavallo e Vercelli
Data cronica
1728 Settembre 14 - 1731 Aprile 23

Numerazione definitiva

Numero definitivo
1168
Prefisso
ASPCC

Contenuto

Si tratta degli atti promossi dai capi di casa dei cantoni Vittoni e Rosazza per separare le loro comunità dalla Parrocchia di Campiglia Cervo per crearne una nuova a Rosazza dove era già attivo l'oratori di San Pietro. Le motivazioni addotte presso la Curia episcopale di Vercelli erano la distanza, la scomodità, l'impraticabilità della strada per i malati e per gli "storpi", la necessità di attraversare il "fiume Rosazza", ossia "Arsaza", la "numerosità" della popolazione, da difficoltà per il parroco di garantire la cura delle anime delle due località. soprattutto "in articulo mortis". Rosazza e Vittoni (così come Beccara e Montesinaro) facevano parte del territorio del Comune di Piedicavallo. Il 14 settembre 1728 i particolari secessionisti avevano già anche provveduto a stabilire i rapporti tra la nuova e la vecchia parrocchia, ma anche a eleggere un parroco nella persona di Pietro Paolo Cucco. La nomina del parroco andava però considerata nulla. Nella filza sono inserite anche alcune deposizioni di testimoni chiamati dalle parti. L'incartamento si interrompe proprio con una deposizione e con la dichiarazione giurata dell'agrimensore e notaio Angelo Agostino Golzio in data 23 aprile 1731 circa la misura effettuata della distanza tra l'oratorio di San Pietro (e Paolo) di Rosazza e il cimitero di Campiglia Cervo (presso la chiesa parrocchiale). Ma non è nota la sentenza. Don Teonesto Verbelio era il procuratore dei secessionisti, don Giovanni Agostino Belletti era quello di don Gaya e don Giovanni Tonso era il promotore generale della Curia

Note

Segnatura originale in inchiostro rosso: "N° 74". Segnatura originale in inchiostro nero: "Casella 2a N. 4"