Atti della lite vertente davanti al Real Senato di Torino tra il Santuario di San Giovanni d'Andorno e la Comunità di Andorno circa il pagamento di focaggi e di imposte di guerra

Tipologia Documento
Data topica Andorno
Data cronica
1675 Agosto 27

Numerazione definitiva

Numero definitivo
1358
Prefisso
ASPCC

Contenuto

Messer Pietro fu Giovanni Zanazza, ministro della chiesa di San Giovanni d'Andorno, compare al "solito banco della raggione ordinaria" della Comunità di Andorno davanti a Giovanni Battista Levera, notaio ducale e causidico, luogotenente del giudice locale (Nicolò Vigliani di Candelo) per conto del marchese Carlo Emanuele San Martino Parella. Gli atti cominciano (supplica e lettera) il 20 febbraio 1673 e continuano (memoriale con "monitione") fin al 5 giugno 1675. Il causidico Gibellino era il procuratore del Santuario di San Giovanni (ovvero della Parrocchia di Campiglia Cervo). Il santuario chiedeva la presentazione delle quietanze che attestassero gli effettivi avvenuti pagamenti di quanto dovutogli. La controparte era contumace. La lista dei pagamenti era stata presentata fin dal 30 gennaio 1673 (sottoscritta da Giovanni Battista Bagnasacco Rosa e Bernardo Rosazza) e in tutto ammontava a 1.397 lire da cui dedurne 75. Poi vengono presentate due quietanze di pagamenti anticipati, il primo del 1653 per 1.500 lire "dovute per la sussistenza" assegnate al Governatore di Santhià in conto delle quali furono pagare 250 lire da messer Giovanni Maria Norza, il secondo del 1655 per le "caserme" per lire 1.000 (ricevute da Giovanni Battista Salvaj il 10 marzo 1655) per le quali il Santuario di San Giovanni di Andorno ne aveva anticipare 100. Quindi seguono i focaggi del 1668 riscossi in parte nel 1672 (20 aprile) a favore dei signori Ajazza (o Ayazza). Più due originali di quietanze: 13 ottobre 1650 per lire 600 di Claudio Brusnengo per la "sussistenza" dell'anno 1650 a favore dei signori Vallesani e 27 novembre 1655 per lire 200 per la "sussistenza" dello stesso anno assegnata alla compagnia del capitano Git pagata dal tesoriere Francesco Richa. A seguire l'elenco delle quietanze. Pietro Zanazza presenta due testimoni, Lorenzo fu Antonio Mazochetto e Pietro fu Martino Gaja, allo scopo di far riconoscere, così come era stato fatto dal Bagnasacco Rosa e dal Rosazza, le quietanze in modo che, indirettamente, fosse riconosciuto il debito in capo alla Comunità di Andorno. Cioè si trattava di dimostrare che gli avvenuti pagamenti anticipati da parte del Santuario di San Giovanni d'Andorno

Note

Vedi l'articolo di Danilo Craveia apparso su "Eco di Biella" del 26 luglio 2014, dal titolo "Tasse di Andorno nel 1600: vendute e poi ricomprate"