Dichiarazioni dell'economo parrocchiale, padre Giovanni Battista Martino Lampo, e di Giuseppe Vanni circa l'impossibilità di accompagnare i cadaveri dei parrocchiani dai cantoni di residenza, specialmente se molto lontane e in caso di maltempo e gelo
Tipologia Documento
Data topica
Campiglia Cervo
Data cronica
- 1786 Dicembre 05
Numerazione definitiva
- Numero definitivo
- 1509
- Prefisso
- ASPCC
Contenuto
- Padre Lampo faceva riferimento al suo incarico, iniziato il 22 marzo 1768 alla morte del vicario foraneo don Francesco Francesio, e al neo "parroco" (?) don Ostano ("allora priore di Vergnasco che dal concorso era stato eletto in parroco di questa chiesa": in realtà il testimone si confonde - non vi fu mai un parroco Ostano a Campiglia Cervo - perché fa riferimento a don Gaspare Serra di Pettinengo, successore di don Francesio) che riteneva non applicabile quanto prescritto nei "capitoli" che regolavano l'attività del parroco di Campiglia Cervo. Sollevare la questione dell'usanza della non "levata" dei cadaveri riguardava la possibilità di "ricevere" le salme a Campiglia Cervo, con le relative conseguenze anche in termini economici in ordine agli emolumenti previsti per il parroco. Giuseppe Vanni, invece, richiamava l'incontro avuto con Giuseppe "Maziotta" (Maciotta) Bianco del Cantone di Magnano, proprietario di una cascina sulla Sella di Machetto. Il Maciotta aveva dichiarato che il parroco era solito recuperare i cadaveri dai cascinali di Bussetti e quindi voleva sostenere la causa dei particolari dei cantoni Bosazze e Giondini nella speranza che detta pratica si potesse estendere anche alla zona della Sella di Machetto