Dalla Bürsch a Bardonecchia. I "Valit" ritornano al Frejus

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28 dicembre 2021
Dalla Bürsch a Bardonecchia. I "Valit" ritornano al Frejus
Dalla Bürsch a Bardonecchia. I "Valit" ritornano al Frejus

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Scalpellini e minatori della Valle Cervo, che tra il 1857 al 1871 lavorarono attivamente alla costruzione del Traforo del Frejus, sono ritornati idealmente a Bardonecchia. Fino al 16 gennaio, infatti, il Palazzo delle Feste ospita la mostra «1871-2021 - I Valit al Frejus», che celebra il 150° dell’inaugurazione del traforo ferroviario, attraverso la micro-storia dei lavoratori della Bürsch che parteciparono all’impresa di «bucare la montagna». L’allestimento ripropone il percorso che nei mesi estivi è stato presentato in tre diverse sedi della Valle Cervo, arricchito da nuove storie e curiosità. Una sezione documenta i lavori attraverso le stampe delle xilografie messe a disposizione dalla società Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin), mentre l’altra racconta le storie dei Valit (come quella dei Boggio, tutti originari di Oriomosso), recuperate da Anna Bosazza e Danilo Craveia, che per realizzare le loro ricerche hanno consultato anche gli archivi comunali e parrocchiali di Bardonecchia. «Questa attenzione nei confronti degli operai, figure spesso dimenticate dalla storia con la S maiuscola, ma fondamentali per il completamento dell’impresa – commenta Anna Bosazza – ha incuriosito Chiara Rossetti, nuovo sindaco di Bardonecchia, la quale oltre ad aver accolto con entusiasmo la mostra, ha intenzione di proseguire la collaborazione e approfondire ulteriormente questo aspetto. Anche il sindaco di Modane, sbocco francese del Frejus, ha manifestato lo stesso interesse». Nel realizzare il nuovo allestimento, i due curatori hanno aggiunto altre curiosità. Danilo Craveia ha scoperto che esisteva un inno dei lavoratori del Frejus e ne ha ritrovato lo spartito alla biblioteca del Conservatorio Paganini di Genova. È stato Sandro Montalto a tradurre le note in musica, ridando vita al «Canto dell’operaio» e nuova voce a «quelli che l’Alpi forar». Anna Bosazza ha trovato un punto di vista femminile sulla festa dell’inaugurazione del traforo. L’autrice è la baronessa Olimpia Savio di Bernsteil, donna assai colta, di origini biellesi per parte di madre (Joséphine Ferrero). È inoltre presente un’integrazione su Quintino Sella, che fu membro della Commissione governativa istituita nel marzo del 1857 per l’esame delle innovazioni tecniche ideate dai tre ingegneri Sommeiller, Grandis e Grattoni.


Simona Romagnoli
da La Stampa del 28 dicembre 2021

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