Il Premio Maggia della Bürsch

Tipologia Documento
Data cronica
luglio 2022
Il progetto di San Giovanni d’Andorno realizzato da Edoardo Biondetti, Margherita Lurani e Edoardo Pozzato.
Il progetto di San Giovanni d’Andorno realizzato da Edoardo Biondetti, Margherita Lurani e Edoardo Pozzato.

Contenuto

di Danilo Craveia
La Voce di San Giovanni, Bollettino di San Giovanni

 

L’edizione 2022 del Premio Maggia, concorso nazionale di progettazione per architetti (da quest’anno affiancati da ingegneri) è approdato alla Bürsch. Per chi non lo sapesse, “il Premio biennale di architettura Federico Maggia offre occasione a giovani progettisti under 30 di progettare e costruire dispositivi utili e utilizzabili per valorizzare spazi identitari della cultura industriale e del contesto ambientale della Provincia di Biella, favorendo relazioni inedite, azioni condivise e strategie immersive di appropriazione territoriale”. Tutte le altre info sul premio si possono ricavare dal sito www.premiofedericomaggia.it.

Per quanto riguarda la virtuosa “incursione” del Premio Maggia nella Bürsch è doveroso e opportuno proporre una breve riflessione a carattere generale. La scelta di inserire l’Alta Valle Cervo nel novero delle aree d’interesse ha fatto sì che il santuario di San Giovanni d’Andorno e la casa canonica di Campiglia Cervo diventassero due dei dieci siti d’intervento progettuale. I due progetti, Valìt quello di Campiglia Cervo e Innesti. Il teatro nel teatro a San Giovanni d’Andorno, non solo hanno positivamente contaminato paesaggio antropico e naturale con una novità ideale e formale, ma hanno anche – e soprattutto – interagito direttamente con la vita della vallata entrando in contatto con l’organizzazione del BürschFestival in programma quest’estate, a partire dal 1° agosto. Questa interazione ha prodotto due installazioni non solo estetiche, ma anche funzionali allo sviluppo della manifestazione. Quella di San Giovanni d’Andorno ha strutturato due piccoli palchi per la musica e per le rappresentazioni teatrali, addossandoli alla gradinata che sale al sagrato della chiesa e agli scalini del burnel, mentre quella di Campiglia Cervo ha delimitato uno spazio di rappresentazione nel cortile della casa parrocchiale (coinvolgendo il bel porticato) definendo anche un percorso verso il giardino sulla riva del Cervo. La realizzazione di San Giovanni d’Andorno ha colpito di più la giuria (che le ha assegnato il terzo posto), ma anche quella di Campiglia Cervo appare di forte suggestione – è da “ascoltare” col vento lo schiocco dei teli… - ed efficace per l’uso.
Durante la premiazione, giovedì 16 giugno presso la Fondazione Sella di Biella, che sostiene il Premio Maggia, si sono ribaditi alcuni concetti basilari che hanno ispirato questa edizione del concorso e che sono stati assunti come linea guida operativa dai progettisti/realizzatori.

Rispetto dell’ambiente e impiego di materiali coerenti, nonché reperibili il più possibile in loco. Valorizzazione del genius loci (storico e culturale, ma non solo) e del carattere peculiare di ciascun ambito specifico. Coinvolgimento della comunità locale e, nel nostro caso, degli stakeholder di maggiore energia. Ricerca della bellezza, ma anche dell’utilità effettiva, elemento già evidenziato ma da ribadire in un’ottica di durabilità dei manufatti rispetto alle rispettive modalità d’impiego, ben oltre la durata del Premio Maggia.

Notevole, tenuti presenti questi principi, i due “lavori” in Alta Valle Cervo. Quello della canonica ha voluto e saputo rileggere, rimodulare e riqualificare il “chiuso” dell’antichissimo claustrum attraverso una segmentazione (curvilinea) essenziale ma perfettamente armonica. Il cortile non è diventato più angusto, anzi, al contrario ha acquisito un’identità e ha assunto un orientamento che enfatizza le peculiarità architettoniche dei volumi dell’edificio (e tutto questo, ovviamente, al di là dell’imminente azione culturale e teatrale). Nel santuario, invece, l’ampiezza del piazzale è stata ulteriormente estesa con una puntuale, ma ben calibrata, “piattaformizzazione”. La superficie ha guadagnato ulteriori superfici, a tutti gli effetti utili, con la distribuzione di aree piane geometricamente assonanti e capaci di tradurre i limiti di due scalinate in altrettanti palchi.

In entrambi i casi, la “committenza” avrà a disposizione moduli replicabili e metodiche di posa altrettanto replicabili. Ottime idee, non solo sulla carta o sul CAD. Ottime esperienze anche per chi ha osservato da vicino o minimamente partecipato alle costruzioni. Sienite e legno non hanno bisogno di altri commenti.

Non resta che sperare che la Bürsch sia nuovamente inclusa nel contesto del Premio Maggia 2024.

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