Appunti sulle antiche scuole della Bürsch: Miagliano
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- La relazione è stata elaborata e presentata da Danilo Craveia.
La nascita delle scuole di Miagliano potrebbe aver a che fare con un gesto di amicizia.
“L’anno del Signore millesettecentonovantasei, il secondo giorno di dicembre, circa le sette ore dopo mezzogiorno nella Città di Biella avanti me Regio Notaio [Giacomo Luigi Scaravelli, n.d.a.], ed alla presenza del Signor Prete della Congregazione dell’Oratorio di questa città, Don Gioan Veremondo Massimino, nativo della Città di Torino, e di Antonio Battista Sella nativo del luogo di Taviliano, amendue abitanti in questa città, testimoni cogniti e sottoscritti. Ad ognuno sia manifesto che essendo stato informato il Signor Teologo Don Giovanni Salino del fu Signor Giacomo Antonio nativo ed abitante del luogo di Cavaglià che la parrocchia del luogo di Miagliano stata eretta soltanto nell’anno 1778, non è ancora provvista di reddito bastante pel decente mantenimento del parroco, e trovandosi egli competentemente, ed anche abbondantemente provvisto di beni di fortuna, si è spontaneamente determinato di contribuire nell’aggiunta di una dote al Beneficio Parrocchiale di detto luogo di Miagliano, nel modo e colle condizioni infrascritte…”. Don Salino si obbligò a versare, a cominciare dal 1° dicembre 1796, a semestri maturati, al don Bartolomeo Regis, prevosto della chiesa parrocchiale sotto il titolo di Sant’Antonio Abate, una annualità perpetua di 200 lire. Le clausole obbligative riguardano anche attività religiose che il parroco avrebbe dovuto gestire in perpetuo nella parrocchia (esercizi spirituali ogni tre anni, Quarant’ore di San Filippo Neri ecc.), ma un’ulteriore clausola ci interessa particolarmente: “sarà tenuto il paroco di fare scuola ai figliuoli e parrocchiani del luogo cominciando dal giorno dodici di novembre, sino a tutto agosto di cadun anno, però una sola volta al giorno, ed in quell’ora che sarà di maggior suo commodo, con insegnare i principj della Dottrina Cristiana, a leggere, scrivere, ed i primi elementi dell’aritmetica; e qualora non voglia, o non possa egli attendere a questa scuola sarà tenuto di pagar annualmente la somma di lire cinquanta ad altro soggetto capace che vi adempisca”.
I documenti successivi indicano che la strada seguita dal parroco fu quest’ultima, ovvero di riconoscere a terzi (ovvero al Comune di Miagliano) quelle cinquanta lire annue affinché qualcuno al suo posto tenesse la scuola.
C’era, in quei giorni, da risolvere la questione della casa canonica che, al momento della costituzione della parrocchia, non era quella attuale, ma molto più lontana dalla chiesa. Si era in trattativa per una permuta con tale Giuseppe Bruna affinché il parroco e gli altri eventuali sacerdoti potessero risiedere in un edificio più adatto, anche a ospitare un’aula di scuola.
Fu don Giuseppe Molinaro, un altro prete dell’oratorio di Biella, miaglianese di nascita, ad accettare la generosa offerta di don Salino.
Ma perché don Salino compì un gesto tanto filantropico? Non per interesse, non per investimento… Certo, era ricco, lo scrive anche il notaio, ma non tutti i ricchi sono generosi… Io credo che sia stato per amicizia. Forse per don Molinaro. Chissà…
L’azione di don Salino produce alcune reazioni positive, tra cui quella che riguardava una porzione dell’attuale casa parrocchiale che era del conte Raffaele Bertodano. È vero che il parroco ci abitava dentro fin dal 1778, ma era altrettanto vero che si trattava di una situazione non definita giuridicamente. Il 12 dicembre 1796 il conte dispose di definire tale situazione cedendo ufficialmente quella parte di stabile alla parrocchia per un valore di 375 lire.
L’assetto definitivo delle proprietà parrocchiali fu realizzato in quei giorni anche grazie all’intervento del filippino don Giuseppe Molinaro che permutò a sua volta la porzione di casa del conte Bertodano con una certa Petronilla Falcone.
Non è chiaro che cosa fu di quella scuola voluta da don Salino e per la quale don Regis si impegnò solennemente. Gli anni successivi al 1796 furono particolarmente turbolenti: la Rivoluzione Francese, Napoleone, la Restaurazione… Quel che è certo è che nel 1822 la scuola di Miagliano si teneva nella casa comunale, che non era quella attuale, in una sala attigua alla stanza usata per l’archivio. Tutto era troppo stretto e gli amministratori comunali di allora discussero sulla necessità di acquistare o di edificare una nuova sede per il municipio.
Il sindaco Domenico Falcone osservò (ordinato 5 dicembre 1822) che sarebbe stato più vantaggioso “di farne costrurre una nuova lateralmente alla piazza della chiesa parrocchiale e nella regione del Pasquaro ove già anticamente esisteva la casa e il forno comunale ora ridotto a orto proprio delli eredi del fu Giovanni Bruna e nell’angolo che fa la strada tramezzo dì e sera nel qual sito rimarrebbe isolata fuori di pericolo d’incendio, ed in sito ben esposto”. Il progetto fu affidato al notaio e geometra Lorenzo Golzio di Andorno Cacciorna.
Il 24 giugno 1825 si cambiò idea. E si puntò non più a edificare dal nuovo, ma a ristrutturare il vecchio, ossia uno stabile poco distante, dove esisteva un torchio da olio, e grande abbastanza per contenere gli uffici comunali. Ma in quella nuova sistemazione era prevista anche la scuola?
Il 26 gennaio 1828 si era ormai alle fasi finali del progetto e si sarebbe passati a quelle esecutive. L’Intendenza di Biella aveva inviato a Miagliano, quale perito, l’architetto e ingegnere Luigi Gromo di Biella (quindi il geometra Golzio era stato scalzato d’autorità…). La casa che il Comune di Miagliano avrebbe comprato era dotata di giardino antistante, e tale giardino, ridotto a piazzale, avrebbe formato un tutt’uno con la piazza della chiesa. In data 9 maggio 1829 si perfeziona l’acquisto dell’immobile destinato ad accogliere il municipio, la scuola e l’alloggio per il maestro.
Il 18 dicembre 1829 si deve comunque intervenire sullo stabile che ancora ospitava tanto il municipio quanto la scuola perché, praticamente, era diroccato. Spese che si sarebbero potute evitare se solo la casa comunale nuova fosse stata già disponibile.
Nel 1831, la stalla e il fienile che facevano parte dello stabile acquistato dal Comune di Miagliano furono affittati.
Nel 1838 fu deliberata la costruzione di un fornello per scaldare la scuola. Il 16 giugno di quell’anno, il maestro don Valz, aveva infatti scritto al Comune di Miagliano che “siccome la camera destinata per la scuola dei fanciulli trovasi priva di caminino, ossia volgarmente fornello, il maestro nonche i fanciulli devono nel rigor del verno soffrire assai freddo”. Don Pietro Valz, parroco di Miagliano, è il primo maestro di cui si conservi notizia. Secondo le disposizioni del 1796 spettava a lui tener la scuola e così stava facendo, senza affidarla a sostituti.
Due anni più tardi la scuola fu provvista di tre panche… Ma non per sedersi, bensì per esercitare i più piccoli ai rudimenti della “scrittura sulla sabbia”. E nel 1843 delle nuove e più ampie finestre, questa volta con i vetri, per avere più luce. Nel frattempo, si darà anche una ripassata al tetto.
Nel 1851 il sindaco Pietro Bruna illustrò al Consiglio Comunale che “avendosi ad organizzare le scuole comunali sì maschili, che femminili giusta l’intenzione del Regio Governo, come così fece osservare il Signor Nigra Ispettore in questa Provincia di Biella delle scuole primarie nel suo giro locale”, che cioè il Comune di Miagliano non avrebbe avuto i mezzi per aprire e sostenere degnamente delle scuole comunali (i Poma a Miagliano non c’erano ancora nel 1851…), quindi si trattava di chiedere allo Stato i sussidi adeguati per stipendiare i maestri. Il Comune di Miagliano si impegnava soltanto a fornire la scuola femminile (quella maschile esisteva già) le dovute suppellettili. Nel 1852 anche la scuola femminile era già aperta. Don Pietro Valz, ossia il parroco, insegnava ai bambini, mentre Lucia Bussetti alle bambine. Nel 1855, stante che lo stipendio per la maestra era troppo esiguo e non c’erano candidate, don Valz propose di assumersi l’onere anche dell’istruzione femminile.
Per l’anno scolastico 1860-1861 fu nominata maestra Michelina Gaja e fu nominato maestro Antonio Livorno.
Per l’anno scolastico 1862-1863 fu nominata maestra Ludovica Falcone. Per i maschietti c’era ancora Antonio Livorno, entrambi di Miagliano. Il Comune di Miagliano era e restava in difficoltà economica per il mantenimento della scuola e doveva costantemente rivolgersi allo Stato per ottenere sussidi.
Nel 1870 la scuola maschile era senza maestro e la maestra doveva occuparsi anche dei bambini. Il numero degli scolari aumentava sensibilmente perché sempre più gente accorreva a Miagliano per impiegarsi nel cotonificio Poma, quindi serviva un maestro, possibilmente un sacerdote (che fosse anche in grado di celebrare la messa all’alba nei giorni festivi). Fu individuato don Eugenio Molinaro.
In quel periodo la scuola si faceva dentro la casa comunale, cioè quella attuale, e l’incremento della popolazione scolastica creò non pochi problemi. Tanto che gli affittuari di alcune stanze dello stabile furono sfrattati per far posto a nuove aule.
Don Molinaro era stato sostituito da don Alessandro Benzio o Benso, che veniva da Murazzano. Ma il sacerdote cuneese durò poco perché fu licenziato dietro lagnanze circa la sua conduzione della scuola maschile. Fu sostituito a sua volta da don Augusto Gallo di San Paolo Cervo.
Fino al 1876 a Miagliano (come anche ad Andorno, a Sagliano e a Tavigliano) erano comunali/pubbliche le sole due prime classi elementari. Per la terza e per la quarta ci si doveva rivolgere a istituti privati (ad Andorno ce n’erano due, il Destefanis e il Pertusi). Nel 1876, il consigliere comunale di Andorno, Lorenzo Pezzia, propose di istituire una scuola pubblica consorziale per offrire gratuitamente la terza e la quarta classe elementare ai bambini dei quattro comuni. La scuola avrebbe avuto sede tra Andorno e Sagliano. La Prefettura appoggiò il progetto, ma non è chiaro se l’idea si concretizzò davvero.
Nel luglio del 1894 la maestra Rosa Biamino fu promossa, dall’Asilo Poma alla scuola elementare, dietro assenso da parte dell’amministrazione del Cotonificio Italiano, ossia Poma. Parentesi doverosa: l’Asilo Poma, aperto nel 1874 e che, il 2 luglio 1876, fu descritto così da "L'Eco dell'Industria": "... Miagliano vanta pure uno dei più belli Asili infantili del Circondario che nulla lascia desiderare e per il locale, e per la saggia direzione scolastica e per la nobile e disinteressata amministrazione. Quest’istituto si deve tutto alla generosità e filantropia della ditta Poma la quale spese più di 10.000 lire nella costruzione del locale e nell’arredamento, ed ora ne sopporta le spese di progressiva sussistenza, così che i 100 e più bimbi in esso raccolti conserveranno sempre sentimenti di riconoscenza e gratitudine verso una Ditta che non solo rese il suo cotonificio uno de’ primi in Italia ed a pochi secondo in Europa, ma provvede puranco al benessere intellettuale e morale della popolazione di Miagliano e degli artigiani che attendono al lavoro nel grandioso stabilimento industriale”.
Nello stesso anno 1894, alla morte “del non mai abbastanza compianto” comm. Giuseppe Poma, la vedova Ernesta Pozzo aveva dato corso alle volontà del defunto marito mettendo a disposizione del Comune di Miagliano la ragguardevole somma di 40.000 lire. Con quel lascito doveva cessare l’obbligo per il parroco di versare le cinquanta lire annue stabilite nei documenti del 1796. Nel 1896 fu realizzato questo monumento commemorativo da parte del cavalier Sartorio, inaugurato insieme a quello prodotto per lo stabilimento Poma dallo scultore Biscarra.
Il rapporto con i Poma in ordine alla istruzione primaria fu sempre proficuo per il Comune di Miagliano e non stupisce che ci fosse un diffuso e motivato senso di riconoscenza.
Da “L'industria cotoniera italiana alla fine del secolo XIX (studio economico-sociale)” di Ugo Tombesi (1901).
A Miagliano “v’è anche una scuola elementare dove i ragazzi possono frequentare i tre primi anni d’insegnamento. Le spese, invece di essere totalmente a carico del Comune di Miagliano, sono per due terzi a carico della Manifattura. Le scuole però sono ugualmente aperte anche a quei fanciulli i cui genitori non lavorano negli stabilimenti dei fratelli Poma”.
Nel 1909 fu inaugurato l’edificio scolastico, quello che rimarrà in funzione fino al 1991 e che oggi ospita la casa di riposo. Il 27 giugno 1909 fu redatto un verbale relativo all’inaugurazione che vide molte autorità presenti. Nel verbale si legge che lo stabile era stato visitato e che “il medesimo corrisponde allo scopo a cui fu destinato, e cioè; aule spaziose, ben arieggiate e ventilate, gli accessi alle medesime comodi, le latrine, indipendenti le maschili dalla femminili, sufficienti per tutta la scolaresca, il luogo prescelto per l’erezione del locale scolastico, salubre, incantevole e solitario, sì da richiamare rispetto e venerazione al tempio del sapere”.
L’edificio era stato progettato dall’ingegner Raffaele Blotto di Biella (si conservano i disegni presso l’Archivio di Stato di Biella) dopo che, fin dal 1904, si erano avviate le pratiche per l’acquisto dei terreni (progetto dell’ingegner Effisio Lace di Andorno). I lavori erano iniziati il 19 maggio 1908 e affidati all’impresa Tiboldo Zabet Lorenzo di Tavigliano (collaudati dallo stesso ingegner Blotto il 1° settembre 1909). In prima battuta, però, il citato ingegner Lace aveva redatto un progetto (1903) per destinare a edificio scolastico la parte di stabile perpendicolare alla casa comunale in direzione della chiesa, ma si era rivelata un’ipotesi non praticabile (si conservano i disegni presso l’Archivio di Stato di Biella).
Alla solenne inaugurazione di domenica 27 giugno (esclusiva per le autorità), seguì quella dedicata ai ragazzi il lunedì seguente, organizzata dal Comitato Pro Scuola. Così su “il Biellese”: “La festa scolastica di lunedì già preannunciata riuscì bella, vivace, piena di vita, di canti, di suoni, a cui parteciparono 610 alunni ed alunne delle scuole comunali di Miagliano, Andorno, Sagliano-Micca e Tavigliano. Nel pomeriggio il Cotonificio si chiuse per dar libertà ai grandi di partecipare alla festa dei piccoli. Alle ore 15 le scuole di Miagliano, con alla testa la banda di Sagliano, il sig. Sindaco e molti membri del Comitato, si recarono incontro alle scolaresche invitate. Ogni classe era accolta al suon della musica e dai fragorosi battimani dei piccoli Miaglianesi. Formatosi il corteo, quel mondo di vispi bambini, di snelli giovanetti, di gaie e linde fanciulle sfilarono per le vie del paese al canto di inni ginnastici, al suono delle squillanti trombe, tra l’ammirazione e le compiacenze di due ali di padri e di madri, di popolo. Davanti al piazzale del nuovo edifizio gli alunni e le alunne di Miagliano eseguirono con grazia e sentimento alcuni canti, con accompagnamento di musica, insegnati con tanta cura ed amore dal bravo maestro Chiey Daniele. Quelle voci argentine di giovani inneggianti al Creatore, alla Bandiera d’Italia, ai campi ed al lavoro, piacquero e commossero. Il maestro D. Canova [don Giovanni Canova, fratello del più celebre don Rodrigo, cappellano e maestro a Tollegno, n.d.a.] mise alla prova i suoi polmoni e parlò a quel mare di teste bionde ed irrequiete, a quella folla di popolo. Ringraziò, a nome di Miagliano, gli insegnanti e gli alunni del loro gentile intervento; e, traendo occasione della festa, invitò i giovani a crescere in virtù e sapere per corrispondere collo studio e colla bontà alle giuste aspettazioni delle famiglie e del Paese. Il maestro Imperi di Andorno parlò agli adulti della questione operaia che dovrà risolversi coll’aumentare della istruzione del popolo, ed ai piccoli incitandoli allo studio. Il Comitato distribuì a tutti gli alunni abbondanti rinfreschi in birra e gazosa mentre il popolo si affollava nel banco di beneficenza. I piccoli invitati furono accompagnati con musica fino all’uscita del paese e al grido di «Viva Miagliano!», si sciolse la bella festa scolastica”.
1916 si costituisce il consiglio “definitivo” del Patronato Scolastico del Comune di Miagliano secondo la legislazione vigente (legge 4 giugno 1911 n. 487 e regolamento 1913) per somministrare libri e quaderni agli alunni poveri. Lo statuto del Patronato Scolastico era stato approvato fin dal 1914.
Nel 1929 il Comune di Miagliano fu soppresso e nacque il grande Comune di Andorno Micca. Tale situazione, che rimase in essere fino al Secondo Dopoguerra (1955), ebbe rilevanza anche per le scuole. E anche per la documentazione storica: gli archivi hanno subito spostamenti e dispersioni, ragion per cui non è così semplice ricostruire precisamente l’evoluzione della scuola in quel periodo. A parte il fatto che tra Fascismo, guerra e Resistenza, le cose si complicarono comunque.
Nel 1935 lavori di adeguamento alla scuola (termosifone).
Nel 1941 perché una nuova scuola? Lo stabile nato nel 1909 era destinato ad altro uso? Probabilmente si trattava di far fronte al numero troppo elevato di alunni: serviva una nuova aula per una nuova classe che nello stabile preesistente non ci stava più. In effetti si trattava della quarta. Nello stabile preesistente ci stavano fino alla terza, ma per la quarta si doveva andare ad Andorno. Invece allestiscono un’aula per la quarta capace di contenere 15 banchi doppi (fino a 30 alunni). Dove? Quasi sicuramente in quell’edificio del Cotonificio Poma in cui si trovava il Circolo Stella, cioè lungo via Vittorio Veneto sulla piazza della rotonda.
Nel 1943 si registrarono atti vandalici da parte di alcuni “monelli” miaglianesi che danneggiarono pesantemente la scuola.
Importanti lavori di ristrutturazione furono eseguiti sul fabbricato nel 1968. Da “Eco di Biella” del 12 febbraio 1968: “Miagliano, 11 febbraio. Il rinnovato e ampliato edificio delle Scuole Elementari di Miagliano verrà ufficialmente inaugurato mercoledì sera nel corso di una raccolta cerimonia alla quale parteciperanno le autorità comunali, il corpo insegnante e naturalmente la popolazione. I lavori di riadattamento dei locali hanno comportato una spesa che si aggira dai 25 ai 30 milioni di lire ed hanno permesso il rifacimento intero di alcune aule, la creazione di una sala per i professori, una sala di lettura e vari servizi… Attualmente la popolazione scolastica di Miagliano consta di circa una ottantina di scolari ripartiti nelle cinque classi. La manifestazione di inaugurazione avrà inizio verso le ore 21 con una visita ai nuovi locali. Seguirà, nello stesso salone delle Scuole, un concerto di musica da camera di cui saranno esecutori il sindaco del paese, dott. Giovanni Buscaglia (violino) e il dott. Pier Angelo Ramella (pianoforte). Ecco i «pezzi» musicali in programma: W. A. Mozart - Sonata in Fa maggiore per violino e pianoforte K 376; sonata in Mi minore per violino e pianoforte K 306; Franz Schubert, Impromptu in La per pianoforte; L. V. Beethoven, Romanza in Sol op. 40 per violino e pianoforte e Romanza in Fa op. 50 per violino e pianoforte”.
La scuola chiuse ufficialmente nel 1991.