Osservatorio meteorologico del Santuario di San Giovanni d'Andorno

Tipologia Oggetto
Data topica San Giovanni d'Andorno
Dal "Corriere Biellese" del 27 marzo 1880.
Dal "Corriere Biellese" del 27 marzo 1880.

Indicazioni sul soggetto

La prima notizia relativa a un osservatorio meteorologico da impiantarsi al Santuario di San Giovanni d'Andorno si trova su "L'Eco dell'Industria - Gazzetta Biellese" del 4 agosto 1878.
"Oggi, sabato, il reverendo Padre Denza arrivava a Biella per fare una visita all’osservatorio meteorologico di Oropa, per dar assetto a quello nuovo di Graglia e per cercar modo di promuovere l'impianto di un altro osservatorio all’Ospizio San Giovanni in Val d’Andorno". Quello di Graglia era entrato in funzione tra marzo e aprile.
Il 3 maggio 1879 sul "Corriere Biellese", ovvero il giornale della Valle d'Andorno, pubblicava questo articolo: "Tanto per porre in rilievo la straordinaria quantità d’ acqua caduta nello scorso mese, diremo che quest'Osservatorio meteorologico segnò sino al giorno 26 mm. d’acqua 480. Se vuolsi poi ancora aggiungere la conseguentissima acqua caduta negli scorsi mesi, cioè mm. 492,5, arriviamo a dover registrare, nei soli quattro mesi, l’ esorbitante somma di mm. 972,5. Non vi pare di dover ben tosto registrare un altro diluvio? E sì che se si ha riguardo al tempo anormale in cui ci trovammo, di leggieri possiamo osservare che una registrazione d'acqua così straordinaria non ha nemmeno luogo nel complesso di un anno, trattandosi di tempo normale". Queste poche righe indicano come l'osservatorio del santuario fosse subito diventato un punto di riferimento affidabile per le dissertazioni scientifiche legate al clima della vallata e per sostenere che quello di quell'epoca era un "tempo anormale". Le anomalie del clima sono sempre esistite, ma è tutta una questione di statistica, di frequenza, di ricorrenza e di ripetitività dei fenomeni (o della loro assenza).
La stessa testata, il 28 febbraio 1880, tornò sull'argomento con questo pezzo: "Da poco tempo si è aperto in quell’ospizio un Osservatorio Meteorologico dietro iniziativa del Club Alpino (Sez. Biellese) e mediante generose oblazioni di benemeriti valligiani e forestieri. Esso è parte della rete Alpino-Apennina, che fa capo al chiarissimo P. Denza, a cui la meteorologia tanto deve, e che è il principe degli osservatori d’Europa tutta per la scienza, e per aver dotato la nostra Italia d’una pressoché completa rete d’Osservatorii. Quello di S. Giovanni, oltre l’importanza comune, ne ha una tutta sua speciale dal punto che occupa, in una vallata rimarchevole per le sue accidentalità e per la sua posizione topografica fra le Prealpi. La scienza molto si può ripromettere da queste osservazioni, e quelle che si faranno a S. Giovanni avranno un peso non di certo secondario. Meritano dunque il più alto elogio quelli che iniziarono e favorirono questa istituzione. Però non solo la scienza vi trova il suo utile. I nostri valligiani passano lontano dalla patria buona parte dell’anno, ed a tutti interessa sapere quello che avviene anche sopra i tetti del loro paese. Perchè si possa ottenere quest’utile (secondario se volete) sarebbe conveniente che le osservazioni fossero conosciute anche fuori dei gabinetti degli scienziati. Ed ecco che il prelodato signor Prario, sempre zelante dell’onore di quell’istituto propone che si pubblichi un riassunto ebdomadario delle osservazioni fatte in questo periodico. La Direzione del Corriere accolse di buon grado l’invito fattole, e mette a disposizione del Direttore di quell’Osservatorio le sue colonne, persuaso di far cosa grata ai suoi abbuonati fuori di patria ed anche contenta di far cosa grata a chi tanto coopera all’incremento di quell'istituto". Il bisettimanale, cui erano abbonati non pochi emigranti, avrebbe davvero portato al mondo anche le notizie sul "tempo" della Bürsch. Giovanni Maria Prario era il membro dell'amministrazione del santuario che seguiva l'andamento delle scuole. Da notare il riferimento alla Sezione di Biella del CAI Club Alpino Italiano e alla "rete" voluta dal barnabita napoletano, illustre astronomo e apostolo della meteorologia, padre Francesco Denza (1834-1894).
Sul "Corriere Biellese" del 27 marzo 1880 uscì il primo specchietto illustrativo dei rilevamenti meteorologici. Quando il "Corriere Biellese" chiuse i battenti, fu "L'Eco dell'Industria - Gazzetta Biellese" a "ereditare" la pubblicazione dei dati. Ciò avvenne fino al 1884.
Non è noto che conducesse le rilevazioni, ma sembra evidente che non durarono molto di più.
I documenti dell'Archivio Storico del Santuario di San Giovanni d'Andorno non offrono testimonianze in merito all'attività dell'osservatorio. Solo alcuni inventari generali indicano i pochi strumenti a disposizione. Nell'inventario del 1882 sono descritti così: "1 Barometro Fortin con termometro annesso. 1 Termografo a massime. 1 Termografo a minime. 1 Pluviometro. 1 Banderuola con asta e rosa dei venti. 1 Psicrometro. 1 Igrometro", dove lo psicrometro serve a misurare l'umidità dell'aria. Il barometro (da parete) in dotazione era uno di quelli costruiti secondo il modello del meccanico di precisione francese Jean Nicolas Fortin (1750-1831) che ideò quel tipo di strumento nel 1800, rielaborando le modalità di rilevazione suggerite da Evangelista Torricelli. Nell'inventario del 1910 erano registrati solo più il barometro e il pluviometro.
Non è noto neppure ove fossero collocati. Probabilmente in una delle stanze sopra la rettoria, accanto alla chiesa, lungo la galleria Accati. O nel sottotetto delle medesima galleria.

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