La Fede attraverso le montagne. San Giovanni Battista tra le valli del Cervo, del Lys e del Sesia [seconda parte]

Tipologia Documento
Data cronica
giugno 2018
La Fede attraverso le montagne. San Giovanni Battista tra le valli del Cervo, del Lys e del Sesia [seconda parte]
La Fede attraverso le montagne. San Giovanni Battista tra le valli del Cervo, del Lys e del Sesia [seconda parte]

Contenuto

di Danilo Craveia
La Voce di San Giovanni, Bollettino di San Giovanni, giugno 2018


Le due liste ricavate dal registro documentano, in territorio valdostano, una netta prevalenza a favore degli abitanti di Fontainemore (34), seguiti da quelli di Issime (26) e poi da quelli di Gressoney (19, senza distinzione tra Saint-Jean e La Trinitè). In nove casi si tratta di valdostani generici. Prima di proseguire con le cifre è tuttavia necessario dichiarare che in non poche circostanze la stessa persona si è fatta registrare più volte, magari nell'arco di mezza dozzina d'anni. In effetti, a fronte di circa 115 registrazioni, le identità diverse sono solo 59 (più gli anonimi d'ambo i sessi). Per esempio Anna Maria Peruzza (o Peruccia) di Fontainemore, una delle diciassette valdostane "divote" che si scoprono nel registro, si è presentata allo "Ufficio Sante Messe" del santuario in ben cinque occasioni. Così come i due pellegrini di Donnas sono la stessa persona, Giovanni Battista Zucchetto, mentre Monsù Gabriel Alberto di Issime si fa registrare quattro volte. Le altre località menzionate sono Aosta, Ayas, Brusson, Challant (non è chiaro se Saint-Anselme o Saint-Victor), Champorcher (nella persona di Monsù Bonifacio, signore del villaggio, per mano di Giovanni Lorenzo Blino), Fenis, Gaby, La Grange (in Valle d'Aosta questo toponimo è piuttosto diffuso e non è possibile stabilire a quale località si riferisce), Lillianes, Perloz, Pont-Saint-Martin, Saint-Pierre (sulle tre registrazioni, due sono in capo al curato del paese) e Verrès.
Per i valsesiani la geografia è meno articolata (a partire dal fatto che erano tutti uomini), ma vale per questi ultimi lo stesso principio di pluralità di registrazione della stessa persona. Tredici di loro sono indicati, per l'appunto, come valsesiani e nulla più. Dieci erano i residenti a Campertogno, quattro a Rassa, tre a Riva Valdobbia. Poi, uno per posto, si segnalano quelli di Borgosesia, Carcoforo, Cravagliana e Varallo. Una curiosità: uno degli sconosciuti "divoti" valsesiani non si accontentò di una normale messa, ma volle anche una "oratione con l'espositione della Statua di S. Giò" che gli costò circa 3,5 lire supplementari. Dando un'occhiata a queste estrapolazioni e tenendo davanti una carta geografica, si ha l'impressione o la suggestione che San Giovanni d'Andorno potesse essere il fulcro, il centro di un "sistema" devozionale zonale che aveva per motore il Precursore di Cristo. Il santuario vallecervino irradiò i dintorni o fu irradiato? Fu una causa o un effetto? Una matrice o una filiazione? Tutte e due le opzioni? Nessuna delle due? In mancanza di studi in materia più approfonditi ci si può fermare alla constatazione di alcune realtà oggettive.
Oltre le montagne a est, cioè verso la valle del Sesia, c'è Alagna, dove San Giovanni Battista è patrono della parrocchia. L'unica della Valsesia con tale intitolazione (5). Oltre le montagne a ovest, cioè verso la valle del Lys, c'è Gressoney-Saint-Jean, dove San Giovanni Battista è patrono della parrocchia. L'unica del Vallaise con tale intitolazione (6).
San Giovanni Battista si trova anche ad Aosta. E' "sua" la parrocchia del duomo ed è titolare della cattedrale insieme all'Assunta (7). Inoltre non va dimenticato che il Santo Pastore dell'Agnus Dei compare, ovunque ma soprattutto in Valle d'Aosta, "allegato" al santo valdostano più importante, ossia San Grato. L'iconografia di San Grato è inconfondibile: in abiti vescovili, regge un vassoio su cui è posizionata la testa del Battista (8). Anche nella Bürsch San Grato si incontra sovente: basta fare due passi fino a Montesinaro (chiesa parrocchiale), andare a Quittengo o seguire il sentiero che da Rialmosso conduce a Pessine, ed ecco il grazioso oratorio di San Grato. Di fatto San Grato ha agito da sempre in nome e per conto del Precursore che "ha sfruttato il trasporto" e ha così potuto raggiungere un novero ancor più consistente di fedeli, anche quando non era Lui il diretto interessato dalla devozione popolare.
C'è infine un ultimo spunto su cui meditare. In quel crepuscolo di Seicento e in quell'alba di Settecento, San Giovanni d'Andorno era, come sempre, meta di un'umanità variegata, accomunata spesso solo dalla Fede e dal vincolo speciale con il Battista. Molte di quelle persone, come si è visto, non solo si incamminarono verso il santuario, ma colà giunti vollero una messa. Per sè o per i propri cari, per le anime dei morti e per le sorti dei vivi.
Preti e militari, contadini e conti, minatori e suore, fugaci "turisti" ante litteram e novenanti penitenti, monferrini e torinesi, gente di Como e della Val Soana. E savoiardi. Tra il 1694 e il 1710 furono almeno cinque i sudditi del Duca di Savoia residenti Oltralpe che fecero visita a San Giovanni Battista e che scelsero di far celebrare una funzione.
Uno di loro, che guarda caso si chiamava Jean, era un soldato, o qualcosa del genere. E' registrato come "serviente" (che può significare sergente, ma anche agente di giustizia, come a dire "poliziotto") e, forse, era un vecchio armigero prossimo alla pensione, magari al soldo del Marchese Parella, ma è un'ipotesi tutta da verificare. La sua presenza quassù è accertata ininterrottamente dal 1696 al 1709. Un anno dopo l'altro, una messa dopo l'altra, anche quando, e a maggior ragione, nel gennaio del 1699 si ammalò e si votò al Battista di cui portava il nome. Ebbene anche in Savoia era fiorito il culto per il Precursore di Cristo, santo montanaro d'elezione, amante delle belle vallate alpine.
Così ecco disegnata quella ampia "continuità geografica" annunciata nelle prime righe. Dal Monte Rosa ad Aosta attraverso le valli del Cervo e del Lys, e poi oltre fino a Megève, a Villard e alla Moriana, dove a Saint-Jean-de- Maurienne sorge la chiesa più importante della regione, poi fino ad Albertville e a nord, nel Chiablese. Eppure, tra tutte le alpestri chiese, tra i romiti oratori e le parrocchie ai piedi dei ghiacciai, solo un santuario si annovera ed è verso di questo che tutti i pellegrini convergevano, non altrove.
E' San Giovanni d'Andorno e non c'è altro luogo così.


(5) In Valsesia si trova anche una piccola chiesa, San Giovanni al Monte, presso Quarona. Distante dall'abitato, quell'antico complesso era dedicato a Maria e al Battista era intitolato "soltanto" il battistero adiacente. In origine quella fu la chiesa parrocchiale di Quarona, ma dall'inizio del XVII fu disertata perchè disagevole da raggiungere. Nella Diocesi di Vercelli esiste una sola altra parrocchia dedicata a San Giovanni Battista, quella di Livorno Ferraris. Anche da lì almeno un devoto, tale Lorenzo Maffolone, si recò ai piedi della Venerata Effigie della Balma per far celebrare una messa, il 25 agosto 1708.
(6) La diffusione del culto per San Giovanni Battista è, al contrario, assai più consistente nella Diocesi di Biella e, con tutta probabilità, il santuario della Valle Cervo non deve essere estraneo a tale fenomeno. Tra attive e non più attive le parrocchie intitolare al Precursore sono o sono state almeno sei (Ceresito, Cerrione, Cossila, Magnano, Mottalciata e Vegliomosso) a cui si aggiunge il Battistero di Biella e più di venti tra oratori e chiese campestri.
(7) E' singolare che anche a Torino la cattedrale dell'arcidiocesi (ovvero la chiesa gerarchicamente più importante del Piemonte) sia intitolata a San Giovanni Battista.
(8) Vissuto nel V secolo, San Grato fu il secondo vescovo di Aosta, dopo Eustasio. Morì il 7 settembre del 470 e quello è rimasto il giorno in cui lo si venera. Patrono di Aosta e di decine di chiese, oratori e parrocchie, San Grato è invocato per proteggere i raccolti dalla grandine. Secondo una pia leggenda, si sarebbe recato in Palestina dove miracolosamente avrebbe rinvenuto in un pozzo la testa del Battezzatore, decapitato per volere di Salomè.


 

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