Santuario di San Giovanni Battista d'Andorno nella Provincia di Biella
Tipologia Bibliografica
Data cronica
- 1825
- [da "Descrizione dei santuarii del Piemonte più distinti per l'antichità della loro venerazione e per la sontuosità dei loro edifizii"] (alternativo)
Natura
- monografia
Descrizione fisica
- "Nell’uscire di Biella, camminando verso la montagna, trovasi un ameno villaggio chiamato col nome d'Andorno, luogo che può darsi vanto di sue bellezze, per essere stato la patria di parecchi pittori, fra i quali basti l'accennare Bernardino Galliari. La situazione d'Andorno, avvegnachè montuosa e difficile, tuttavia è lieta e felice per essere il paese abbondante di canape e ricco di rame, di cui si vanno scoprendo copiose miniere; e gli abitanti benchè pastori, vi sono industri, specialmente nel tessere tele.
Nel seno di un colle che si dirama dal monte Mucrone, detto da Plinio Mucronis jugum, colle che quasi sta a cavaliero di Andorno, ivi profonda giace una caverna, detta dai pastori cavo della Balma, dove, come si narra, fu miracolosamente trovato il simulacro di S. Giovanni Battista. Come ne reca la tradizione, conservatrice fedele delle cose popolari, tale scoperta fu opera di alcuni Mandriani di quelle valli, che, condottisi in sul meriggio nella state in quel cupo recesso per godervi della frescura, quella statua trovarono, ed ignorando com' ella era cosa santa e preziosa, or qua or là la trasportavano; ma che la medesima, quasi sdegnosa, sempre si restituiva al luogo d' onde da essi era stata tolta.
La quale cosa mirando alcuni di quel pastori, meglio avveduti, incominciarono a predicare, essere questo simulacro una cosa sacra e miracolosa; e di ciò grande se ne spargeva la fama nei propinqui villaggi, di dove muovevano i popoli per venirlo a vedere e venerare, recando pii doni ed elemosine in copia sì considerevole, che, in capo a breve tempo, fu giudicata la pecunia bastante per edificarvi una cappelletta, dove venisse onorata la statua, e ne vi fosse celebrata la santa messa.
Parimenti si narra, che alcuni stranieri cui era giunta notizia del fatto avvenuto, tenessero pratiche per involare il simulacro miracoloso; e già avessero, con molto danaro, corrotte le genti addette al servizio della cappella; e quindi già ne trasportassero il sacro tesoro; se non che appena arrivati alla cascina detta del Sapello, deliberarono di riportare la statua nella santa cappella, perchè il peso crescente della medesima vietava loro di poterla più oltre portare; ed all'incontro ella si alleggeriva, quando la restituivano al luogo primiero. Ignorasi l'epoca della fondazione della Chiesa, di poi quivi stata innalzata, la quale rettamente ha preso il nome di Santuario, pel desiderio, che, per i strepitosi miracoli che si raccontano, ebbe il Santo Precursore manifestato di voler essere in quel luogo accolto e venerato. Però è congettura ch'ella fosse innalzata nel 1640. La statua di S. Giovanni Battista è in legno di pino, e giudicata di acconcia e proporzionata scultura. Essa lo rappresenta quasi camminasse in mezzo al deserto, col ginocchio curvo e il piede manco un poco rilevato, rivestito dalla spalla diritta sino al ginocchio, e cinto ai lombi con pelle di camelo; il tutto intagliato nel legno, e colorito al naturale. Il Santo rivolge la faccia al cielo, nel mentre tiene fra le mani un libro su cui riposa un agnellino. La statua è in altezza di piedi due e mezzo; e il legno della medesima non ha macchia, nè segno di corruzione, tranne il piedestallo che pare sia stato per poco tocco dall'umido e dal tarlo nel giro del tempo del suo giacere nella caverna, il Tempio, benchè d'un sol arco, è capace di numeroso popolo. Sta sull'altare maggiore un'incona di bella scultura tutta dorata. Nel mezzo di essa, vi ha una nicchia con statue rappresentanti il Battesimo del Salvatore. Il coro è chiuso da cancello di ferro; ed oltre l'altare maggiore, vi si mirano due cappelle laterali. La sacrestia è doviziosamente fornita di arredi e suppellettili sacre. La facciata del Tempio è in pietra non dissimile da quella di Nostra Signora d'Oropa. Sta sulla porta una statua in bianco marmo, rappresentante il Divin Salvatore. Rende vaghezza e decoro al Tempio un'ampia piazza, che, per via di atterramenti di rocche e spianamenti sostenuti con mura e parapetti, è stata aperta e protesa nanti al medesimo. Alta colonna s'erge nobilmente su questa piazza, da cui zampilla acqua perenne, che nel suo cader nella vasca, mostrandosi limpida e fresca, pare offrire conforto al pellegrino. Accanto al Tempio è un conveniente palazzo pel ricovero dei Religiosi addetti al Santuario. Attorno al Tempio è un sacro recinto, il quale, ancorchè sia fiancheggiato da aspre e dirupate montagne, che a settentrione, occidente e levante si congiungono, tuttavia rimane sgombro ed aperto verso il meriggio, per modo che l'astro del giorno ne vi risplende d'immensa luce, e pell'inclinato del suolo il sito del Santuario riesce amenissimo, e l'aria del pari salubre e grata.
Partendo dal recinto s'apre la strada che guida alla Chiesa della Parrocchia; e per via s'incontrano due cappelle dove miransi statue d'incerto autore, rappresentanti l'annunzio dell'Angelo a Zaccaria, e la Visitazione della Beatissima Vergine. Ma siccome tale strada, larga di quattro piedi e tutta lastricata di pietre lavorate, in modo a renderla comoda ai passeggieri non che ai cavalli, forma nel suo aggirarsi da cinque svolte; così negli angoli delle medesime trovansi cinque cappelle; la prima intitolata alla Maddalena, la seconda a San Onofrio, la terza a San Gerolamo, la quarta a Sant'Ilarione, e la quinta a San Paolo Primo Eremita. Le quali cappelle, fregiate di acconcie pitture, contengono poi statue in plastica di conveniente e perfetto lavoro.
Allorquando incominciano gli uccelli a far eccheggiare dei loro concenti i folti boschi; quando l'aura increspata da zeffiretti ravviva le campagne e copre di verde manto i monticelli; e che la vista dei mirti e dei cipressi, il cui verde in contrasto con quello delle tenere foglie, spira tanti grati sensi nell'animo; in que giorni appunto che Chiesa Santa ricorda e celebra i sacri misteri, giungono in folla i devoti pellegrini al Santuario, e quivi rendendo omaggio al Santo Protettore di quei contorni, ammirano la mano potente d'Iddio che fa sorgere Templi venerati e famosi in luoghi dapprima inaccessibili, e resi piani ed aperti dal santo zelo che infonde negli animi la cristiana pietà".