Oggetto per dare al burro una forma, un peso e una decorazione standardizzati e per facilitare la sua conservazione e il suo trasporto. Il burro sistemato all'interno della forma veniva compresso e una volta tolto ne risultava un panetto decorato su una faccia e sul bordo.
Consistenza rilevata
Quantità
1
Modalità di acquisizione
Donazione di Gianni Valz Blin
Descrizione fisica
Attrezzo di forma ovale composto da una base con motivi floreali incisi. Sulla base sono avvitate due sponde verticali che ne seguono il profilo, apribili e con piccoli fiori incisi lungo la parete interna. L'oggetto è fornito di un manico con foro per poterlo appendere.
Stato di conservazione
Stato
discreto
Data rilevazione
2015
Descrizione danni
Tracce di insetti xilofagi
Condizione giuridica
Proprietà della Casa Museo dell'Alta Valle del Cervo
Materia e tecnica
Legno
Dimensioni
Unità di misura
cm
Altezza
5,5
Larghezza
36 (lunghezza)
Profondità/Spessore
18
Note
I primi riferimenti italiani agli stampi da burro risalgono alla fine del ‘700. Figurano nei lasciti famigliari dei meno abbienti, ma anche negli inventari di case nobiliari delle zone montane. Gli stampi consentivano di misurare il peso del panetto di burro, le forme da 250 g o 500 g erano tra le più comuni.
Oltre ai segni religiosi (di buon auspicio per la riuscita del prodotto) i principali motivi decorativi erano legati alla malga, ai suoi protagonisti o al pascolo erboso. Più tardi apparvero monogrammi identificativi a fini commerciali.
Esposti quotidianamente all’acqua, ai grassi-acidi del latte e agli urti che accompagnavano il gesto dello smodellaggio, è facile che questi manufatti mostrino chiari segni di utilizzo. Sono diversi i legni impiegati, con chiare preferenze per quelli facili da scolpire (pino cembro, pero, acero) e incapaci di trasmettere al burro odori o sapori sgradevoli.