Passaporto di scalpellino valligiano - 1844

Tipologia Oggetto
Data cronica
30/04/1844
Note
manoscritto sul documento
Passaporto di scalpellino valligiano - anno 1844
Passaporto di scalpellino valligiano - anno 1844

Tipologia

documento

Numero d'inventario

Numero
CM0569
Inventario
Seminara 2015
Numero
F/16
Inventario
Valz Blin

Indicazioni sul soggetto

Passaporto del Regno di Sardegna rilasciato nel 1844 allo scalpellino Rosazza Eusebin Eusebio per recarsi a lavorare in altre regioni italiane e all'estero

Consistenza rilevata

Quantità
1

Descrizione fisica

Foglio prestampato con intestazione dello stemma di Casa Savoia, e compilato a mano, rilasciato dal Cav. Clemente Solaro, Conte della Margarita, in qualità di Primo Segretario di Stato e notaio del Regno di Sardegna. Con il documento viene chiesto alle autorità Civili e militari di Sua Maestà e delle Potenze Alleate amiche di far passare senza impedimenti Rosazza Eusebiin Erusebio e di fornirgli assistenza in caso di necessità. A sinistra del passaporto sono riportati i dati  anagrafici : anni 27, nato a Piedicavallo, di professione scalpellino. Sul retro è apposto il timbro con stemma sabuado e il visto del sindaco di Piedicavallo, sig. Rosazza Eusebio, con data 14 maggio 1844.

Stato di conservazione

Stato
discreto
Data rilevazione
2017
Descrizione danni
Angoli smussati, carta ingiallita

Condizione giuridica

Proprietà della Casa Museo dell'Alta Valle del Cervo

Materia e tecnica

carta

Dimensioni

Unità di misura
cm
Altezza
35,5
Larghezza
27

Note

Tipologia di documento diffuso nelle case dell'Alta Valle Cervo in quanto collegato all'emigrazione stagionale delle maestranze locali verso altri Paesi Europei.
Infatti "fin dall'insediamento dell'uomo nel territorio è stato il mestiere tradizionale di scalpellino-muratore, con l'utilizzo della sienite – una varietà di granito di pregio di cui l’Alta Valle è ricca – a scopo edilizio, a fornire un’alternativa all’originaria attività pastorale. Per consentire l'autosufficienza economica, troppo vincolata dai condizionamenti ambientali e da un suolo avaro di prodotti, i Valit (valligiani) si resero protagonisti di un’emigrazione qualificata, la quale, se da un lato produsse elevati costi sociali, dall’altro permise di contenere la domanda alimentare e di introdurre in Valle i proventi derivanti dal lavoro esercitato all'esterno.
Nel Cinquecento mastri da muro valligiani sono documentati a Milano nella costruzione del Duomo. Se a partire dal Settecento i Valit divennero costruttori di fortificazioni, opere pubbliche, strade, linee e gallerie ferroviarie perlopiù in Piemonte e in Francia, verso la metà dell’Ottocento l'emigrazione si fece transoceanica con tempi e costi di viaggio ben più onerosi."

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