La Bürsch in cartolina. Immagini postali dell'Alta Valle Cervo, 19-28 luglio 2025 [permanente]
Tipologia
- mostra
Indicazioni sul soggetto
La Bürsch in cartolina. Immagini postali dell’Alta Valle Cervo
Con il contributo della Fondazione Compagnia di San PaoloPartner:
Casa Museo dell'Alta Valle del Cervo
Comune di Campiglia Cervo
DocBi Centro Studi Biellesi ODV
A cura del Centro di Documentazione
dell’Alta Valle del Cervo – La Bürsch
Questo allestimento è stato realizzato grazie a:Alessia Bonardo
Matteo Di Stadio
Luca Forgnone
Erica Martiner
Piera Valeggia
Gabriella Vanni
Piero Vigna
Le cartoline postali qui riprodotte fanno parte delle collezioni di:
Alessia Bonardo, Sandro Mosca Siez e Gabriella Vanni
che il Centro di Documentazione dell’Alta Valle del Cervo – La Bürsch
ringrazia in modo speciale per la disponibilità.
Idealmente stampate sulla sienite dell’Alta Valle Cervo, queste cartoline postali tramandano la vallata, il suo paesaggio, i suoi abitanti (umani e non), le trasformazioni delle sue borgate tra le antiche radici e le novità della tecnologia. Accanto alle siunere (le donne in abito tipico addette alla raccolta del siun, ossia l’erba ollina o festuca, destinato al nutrimento del bestiame) si intravvedono le prime tracce dell’elettrificazione. Ma senza perdere quel tratto pittoresco tipico delle cartoline. L’inizio del Novecento segna l’inizio dell’epoca delle cartoline postali illustrate, cioè di una nuova iconografia delle località e delle genti rappresentate. Nasce allora un’inedita modalità narrativa: non più solo parole, ma raffigurazioni destinate a percorre centinaia, migliaia di chilometri recando altrove questo territorio o, quanto meno, la sua immagine «da cartolina».
Le prime cartoline postali illustrate dell’Alta Valle Cervo risalgono al primo Novecento. Non esiste una data di nascita ufficiale delle cartoline postali illustrate. Le cartoline postali furono inventate nel 1869, mentre quelle con illustrazioni (di produzione privata) ebbero il riconoscimento istituzionale
a partire dal 1897. Qualche anno dopo anche la Bürsch esordì sulle cartoline tramite fotografie riprodotte secondo varie tecniche di stampa a basso costo.
Della stessa immagine originale si potevano ottenere differenti varianti cromatiche, anche ricorrendo a colorizzazioni manuali o meccaniche (non sempre riuscite…). Fotografi (Ariello, Gallo, Rossetti, Varale ecc.) ed editori locali (Allara, Bonda, Cablè ecc.), produssero cartoline postali illustrate in collaborazione o in concorrenza con case editrici italiane e non (Almasio di Intra, Fotocromo di Carlo Bassani di Milano, Enrico Genta di Torino-Amburgo-Monaco ecc.) creando un patrimonio iconografico e storico-culturale straordinario che, in estrema sintesi, questo allestimento intende condividere.