Cimitero di Campiglia Cervo (regione Maffone)

Tipologia Oggetto
Data cronica
1856
[VUOTO]

Indicazioni sul soggetto

NOTE STORICHE SUL CIMITERO DI CAMPIGLIA CERVO

[informazioni tratte dall’Archivio Storico della Parrocchia di Campiglia Cervo]

 

In origine, come spesso accadeva per le chiese di antica origine, l’area cimiteriale era dislocata all’interno e appena fuori la parrocchiale di Campiglia Cervo.

Nel 1852 fu elaborato un progetto di ampliamento del cimitero esistente. Redatto dal geometra misuratore Giuseppe Golzio di San Giuseppe di Casto, tale progetto non fu approvato per ragioni igieniche e di opportunità.

La Parrocchia dei SS. Bernardo e Giuseppe di Campiglia Cervo (parroco don Giovanni Battista Stupenengo) stabilì quindi di reperire un’altra superficie disponibile. Inizialmente, nell’aprile del 1855, era stata ipotizzata la costruzione a ridosso della prima cappella del Sacro Monte di San Giovanni d’Andorno lungo la mulattiera degli Ortuzzi. Tale soluzione non risultò vincente.

Tra maggio e la fine di agosto del 1855 fu individuato un terreno oltre il torrente Cervo (ossia sulla sponda orografica destra) in regione Maffone. Dietro indicazione della Regia Intendenza di Biella, fu deciso che i comuni di Campiglia Cervo, Quittengo e San Paolo Cervo (che non avevano cimiteri propri in quanto facenti parte della giurisdizione parrocchiale di Campiglia Cervo), allora autonomi, compartecipassero alle spese di costruzione onde evitare che l’intero onere ricadesse sulla sola Parrocchia dei SS. Bernardo e Giuseppe di Campiglia Cervo.

L’8 settembre 1855 furono acquistati i terreni utili alla nuova destinazione d’uso cimiteriale (rogiti notaio Pietro Rosazza di Piedicavallo). Nelle due settimane successive si addivenne all’incanto dei lavori (affidati all’impresario Guglielmo Allara Perla di Forgnengo).

Il progetto, redatto probabilmente dal geometra Firmino Mosca, prevedeva anche la strada di accesso, ovvero il tratto di collegamento tra il ponte sul Cervo e il nuovo camposanto.

Entro il 1856 la struttura fu completata, almeno nelle sue forme originariamente progettate, ed entrò effettivamente in funzione.

Il cimitero risultò quasi subito non adeguato in termini dimensionali alle vere necessità delle comunità interessate.

Nel 1867 fu sottoscritta una convenzione tra l'Amministrazione Parrocchiale di Campiglia Cervo e Giovanni Gilardi per la costruzione di tredici tombini. Da segnalare, a titolo di curiosità, che proprio nel 1867 il cimitero di Campiglia Cervo fu oggetto di contesa tra il parroco don Stupenengo e l’Amministrazione Comunale in ragione della sepoltura di Carlo Maciotta Gianel, protestante, quindi non accoglibile all’interno del camposanto cattolico (fu inumato appena all’esterno, in un’area appositamente designata).

Nel 1875 fu edificata la cappella centrale. Il progetto fu elaborato dal geom. Lorenzo Allara e il cantiere fu affidato a Bernardo Peraldo (i lavori si protrassero fino all’anno successivo, e furono collaudati nel 1877, mentre lo stesso assuntore si occupò anche di realizzare altri due tombini). Nello stesso anno i due scalpellini Eusebio Savoia e Giovanni Mattasoglio ebbero l’incarico della costruzione della porta di accesso in pietra.

Dall’anno seguente, 1876, iniziarono le acquisizioni mirate di piccoli appezzamenti di terreno confinanti per gli eventuali, ossia probabili ampliamenti del camposanto. Ampliamenti che cominciarono già in quel 1876 “inferiormente alla cappella” (cioè verso il torrente) e con la costruzione di altri cinque tombini. Altri tombini nel 1879.

1881: "Progetto d'ampliazione del cimitero della Parocchia di Campiglia Cervo. Capitolato d'oneri e condizioni per l'eseguimento dell'opera" a firma del geometra Melchiorre Marone.

1882: "Progetto d'ampliazione del cimitero della Parochia di Campiglia-Cervo. Perizia delle opere da eseguirsi per dar luogo alla costruzione di cinque campate, compreso quella di avancorpo lungo il lato a monte", non firmato.

Nel 1882 furono acquisiti/espropriati nuovi terreni circostanti.

Sempre nel 1882, 26 aprile, “Atto di deliberamento portante restauro del cimitero di questa Parrochia di Campiglia a favore del Signor Maciotta Giuseppe fu Carlo". Si trattava di lavori “di abbellimento”.

Il progettato ampliamento del 1882 trovò parere sfavorevole da parte delle competenti autorità. Nel gennaio 1883 i lavori, forse già iniziati, si fermarono in attesa di novità. Dovettero trascorrere quasi tre anni prima di (ri)avviare il cantiere. La lettera della Sotto-Prefettura del Circondario di Biella inerente le "opere di abbellimento nel cimitero" e al parere favorevole in ordine alla loro esecuzione espresso dal Consiglio Sanitario Provinciale (in data 14 ottobre 1884) è datata 31 ottobre 1885. Domenico Gaja si era aggiudicato l’appalto delle opere il 6 gennaio 1883 (dopo la cessione del primo assegnatario, Giuseppe Maciotta), ma solo alla fine di ottobre del 1885 poté riprendere i lavori. L’ampliamento fu completato nel 1886.

Nel 1889 furono realizzati ventiquattro “nuovi voltini” e altrettanti colombari, con interventi sulle “arcate già esistenti”. Una perizia relativa fu sottoscritta da Cesare Rosazza Cilin che si aggiudicò l’appalto dell’intervento.

Nel 1891 furono aggiunte sette nuove arcate “conformi alle esistenti”. Probabilmente si trattava di quelle appaltate all'impresa Pietro Jacazio che concluse le attività entro la fine del 1892.

Per alcuni anni non accadde alcunché. Poi, nel 1899, nuovi acquisti di terreni in previsione di un nuovo ampliamento. Tra il 1900 e il 1901 fu operativa l’impresa Gaia Placido e, a seguire, quella del geom. Giacomo Mosca Toba (o Moscatoba). Fu, quest’ultimo, un impegno piuttosto dilatato nel tempo e si concluse solo nel 1904. All’avvio di questo cantiere si indicava la costruzione di tre arcate “con relative colombare” e di una successiva “quarta arcata”. Il progetto per questa porzione di cimitero fu firmato dal geom. Oreste Allara Perla.

Un locale tecnico per il becchino/guardia del cimitero fu progettato e appaltato nel 1907.

Come avvenuto in precedenza, nel 1909 fu acquisito un ulteriore terreno e, nel 1911, si arrivò all'asta relativa allo "appalto delle opere e provviste per far luogo all'ampliamento del Cimitero parrocchiale, lato verso Oretto" (una planimetria progettuale illustra la portata dell’intervento, quando il cimitero contava già l’estensione completa della struttura inerente all’ingresso e della successione di ventuno arcate sul lato sud-ovest, ossia verso il pendio). La documentazione disponibile tramanda un "Capitolato d'oneri ed elenco dei prezzi unitari per l'ampliamento del cimitero della Parrocchia di Campiglia Cervo", con descrizione delle opere e dei materiali da impiegarsi, redatto dal geom. Oreste Allara il 4 agosto 1911. Il tutto per la edificazione di cinque nuove arcate (quattro verso Oretto e una per la "Risvolta"). Appaltatore fu Dante Rosazza Prin, cantiere chiuso nel 1913.

1915: acquisto terreni, nuovo ampliamento. In data 7 maggio 1915, “offerta presentata dall'impresario edile Pietro fu Gaudenzio Magnani di Campiglia Cervo in relazione ai lavori di costruzione di 42 più 24 celle o nicchie da ricavarsi nelle arcate superiori e inferiori del cimitero”.

Nei primi sessant’anni di esercizio, il cimitero del Maffone non ha fatto registrare uno sviluppo preordinato fin dall’inizio, né una progettualità organica definita da un’idea architettonica riconducibile a un modello e/o a uno stile. La necessità di nuove superfici orizzontali e verticali per le tumulazioni ha dettato gli ampliamenti che hanno mantenuto, almeno nella successione delle arcate, se non altro una coerenza formale nei moduli successivi dei gruppi come delle singole arcate via via aggiuntesi.

Dopo la Grande Guerra il metodo, almeno in un caso, si ripropose. 1923-1924: lavori di ampliamento del cimitero con la costruzione di tre nuove arcate "in prosecuzione di quelle attuali, lato verso Oretto", con assegnazione del cantiere a Pietro fu Gaudenzio Magnani.

Quattro anni dopo stesso impresario per per la costruzione di "numero quattro arcate per colombari, in continuazione di quelle esistenti a valle verso il Cervo", il tutto "in conformità del disegno esistente eseguito nelle arcate precedenti, e secondo i dettagli descritti nel progetto e preventivo 16 gennaio 1924".

Per gli anni immediatamente seguenti le carte dell’Archivio Storico della Parrocchia di Campiglia Cervo non documentano altri interventi di rilievo, ma solo l’ordinaria manutenzione.

L’ingresso monumentale come appare oggi fu ideato dall’ing. Amilcare Cucco nel 1930, sicuramente in almeno tre versioni prima che fosse messo in opera.

Nel 1937, pure a firma dell’ingegner Cucco, fu compilato un "Progetto di costruzione di n° 180 loculi per adulti - n° 16 per ragazzi - n° 24 nicchie-ossario", di cui occorre verificare l’effettiva realizzazione.

L’edificazione delle cappelle private è attestata, nel suddetto archivio, dal 1873 al 1930, ovvero dalla richiesta di Caterina Allara Bronz, moglie di Carlo Valz, “fatta anche a nome del di lei fratello Pietro, di un tombino nel cimitero di Campiglia Cervo nel quale poter seppellire la loro madre Anna”, fino alla tomba di famiglia di Baldassarre Savoia. Sicuramente una parte consistente della documentazione inerente alle suddette cappelle private non è mai stata o non è più presente nell’Archivio Storico della Parrocchia di Campiglia Cervo, ma è altrettanto sicuro che una parte di quelle carte, specialmente riferite a tempi più recenti, è acclusa ai documenti di gestione corrente del cimitero non ancora inventariati (ma in corso di analisi).

Naturalmente, l’archivio del Comune di Campiglia Cervo (attualmente in corso di riordino) può rappresentare una fonte da tenere in considerazione, anche se, non trattandosi di un cimitero comunale, la consistenza della documentazione in ambito comunale è da ritenersi sin d’ora piuttosto esigua.

 

Campiglia Cervo, 1° novembre 2025
Danilo Craveia

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