Contenitore per il latte
Tipologia Oggetto
Data cronica
- Fine del 19° secolo - Inizio del 20° secolo
- In dialetto piemontese biellese: Brunsin dal lacc (alternativo)
Tipologia
- Stoviglia
Numero d'inventario
- Numero
- CM0025
- Inventario
- Seminara 2015
- Numero
- A/98
- Inventario
- Valz Blin
Indicazioni sul soggetto
- Recipiente per la conservazione e il trasporto del latte; l'oggetto era utilizzato anche per scaldare perchè la base è leggermente annerita
Consistenza rilevata
- Tipologia
- pezzo/i
- Quantità
- 1
Modalità di acquisizione
- Donazione di Elda Rosazza Bertina
Descrizione fisica
- Recipiente con corpo all'incirca cilindrico, base piana, orlo con incavo per il coperchio, doppia presa verticale con aletta forata in cui è inserito il manico metallico semicircolare. L'oggetto presenta verniciatura interna.
Per lavorare l'argilla, l'artigiano utilizzava il tornio, aiutandosi con le mani a dare la forma voluta. Una volta realizzato, l'oggetto veniva fatto asciugare all'aperto e poi cotto nell'apposita fornace Si passava quindi alla vernciatura. Per verniciare o meglio "invetriare" veniva utilizzata una miscela di ossido di piombo, acqua e polvere di silice. Al termine della verniciatura si passava alla seconda e definitiva cottura.
Stato di conservazione
- Stato
- buono
- Data rilevazione
- luglio 2015
- Descrizione danni
- Il manico è storto e il fondo leggermente annerito per l'utilizzo sul fuoco
Condizione giuridica
- Proprietà della Casa Museo dell'Alta Valle del Cervo
Materia e tecnica
- terracotta verniciata
Tecnica esecutiva
- foggiatura/tornitura/asciugatura/cottura/verniciatura/seconda cottura
Dimensioni
- Unità di misura
- cm
- Altezza
- 11,5
- Larghezza
- 16,5
- Annotazioni
- diametro bocca 15,5 La capacità dell'oggetto è di 1 litro esatto al bordo
Note
- Le stoviglie di Ronco erano presenti in tutte le case biellesi. Conosciute con il nome di "bielline" e diffuse in tutto il Piemonte, Lombardia e Liguria, questi oggetti furono sino agli anni Cinquanta del secolo scorso sinonimi del luogo dal quale provenivano. Il prodotto si affermò grazie al prezzo molto basso che sbaragliava la concorrenza degli altri centri di produzione piemontesi e lombardi. Questa manifattura tutta biellese aveva il proprio punto di forza nella collaudata ed essenziale professionalità degli addetti e nella efficienza di un modello gestionale celebratissimo. Le fornaci erano un po' ovunque nel paese: alcune erano fabbriche, altre semplicemente botteghe gestite dalle famiglie stesse. Alla fine dell'800 la produzione aveva raggiunto uno dei più alti livelli di sviluppo con 35 laboratori operanti; tale produzione si conciliava con l'attività agricola, sfruttando i tempi morti dei cicli stagionali. Una delle ragioni della fama delle stoviglie ronchesi era dovuta alla qualità dell'argilla che le rendeva resistenti al fuoco e non comunicava alle vivande alcun cattivo odore (attualmente la terra usata dall'artigiana non proviene da cave biellesi, ma ha le stesse caratteristiche). Con la terracotta si realizzava di tutto: dai giochi alle tubature, ma Ronco è ricordato anche per i suoi celebri fischietti, i #subiét#.
Link esterni
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