Caffettiera francese
Tipologia Oggetto
Data cronica
- Prima metà del 20° secolo
- [VUOTO] (alternativo)
Tipologia
- utensile da cucina
Numero d'inventario
- Numero
- CM0062
- Inventario
- Seminara 2015
- Numero
- A/14
- Inventario
- Valz Blin
Indicazioni sul soggetto
- Macchina per prepare il caffè
Consistenza rilevata
- Tipologia
- pezzo/i
- Quantità
- 1
Marchi ed emblemi
- Tipologia
- marchio
- Qualificazione
- di fabbrica
- Quantità
- 1
- Posizione
- sotto la base
- Descrizione
- marchio di colore blu raffigurante tre leoni con le zampe anteriori appoggiate su una grossa pentola
- Tecnica esecutiva
- altro
Descrizione fisica
- Oggetto smaltato di bianco, costituito da un unico serbatoio cilindrico smaltato di bianco con manico laterale e, in opposizione, lungo beccuccio ricurvo. Sul serbatoio è inserito il filtro con coperchio provvisto di pomolo.
Stato di conservazione
- Stato
- buono
- Data rilevazione
- luglio 2015
- Descrizione danni
- Lo smalto che riveste l'oggetto è lacunoso in pochi punti
Condizione giuridica
- Proprietà della Casa Museo dell'Alta Valle del Cervo
Materia e tecnica
- latta smaltata
Dimensioni
- Unità di misura
- cm
- Altezza
- 24,5
- Larghezza
- 21,5
- Annotazioni
- diametro base: 12
Note
- Le attestazioni scritte che parlano del caffè come bevanda sono davvero antichissime: si parla della sua nascita in Etiopia dove il pastore Kaldi lo utilizzò per la preparazione del primo decotto energizzante. Non sarà quindi una sorpresa scoprire che la prima caffettiera è originaria proprio dell’Etiopia: si chiamava jabena ed era niente più che un bricco di terracotta con un collo stretto e un beccuccio per versare la bevanda. La jabena ricorda il metodo di bollitura del caffè ancora oggi utilizzato nei paesi arabi, ossia quello del caffè turco e la preparazione con la speciale caffettiera chiamata ibrik.
Arrivando dopo secoli alla diffusione del caffè in Europa, anche qui il primo metodo fu quello di bollitura del caffè macinato per la preparazione della tanto amata bevanda. Tuttavia, il fastidio di dover separare i fondi dall’attuale bevanda portò gli inventori europei a ingegnarsi per trovare un metodo meccanico che permettesse di preparare e gustare il caffè con facilità. Ecco quindi che da questa esigenza ebbe principio l’invenzione di caffettiere vere e proprie e macchine per il caffè. Uno dei primi prototipi fu il Samovar in Russia, poi ampiamente diffusosi in Francia, soprattutto nelle case più abbienti: caffettiere in ottone, rame o ceramica all’interno delle quali veniva inserito sacchetto di tela contenente la polvere di caffè poi immerso nell’acqua e tenuto da un cordoncino. Una volta pronto il caffè il cordoncino veniva tirato e la polvere di caffè così raccolta.
Altra innovazione nel mondo delle caffettiere vacuum a metà del 1800: la vacuum è forse la prima antenata della moka che oggi tutti conosciamo; si trattava di una macchina per il caffè composta da due comparti, uno per l’acqua e uno per la polvere di caffè, che sfruttava la pressione per la preparazione della bevanda. Questa è forse anche la prima tipologia di caffettiera che tiene conto dell’aroma del caffè.
Dopo la vacuum inizia un periodo di grande sperimentazione nel mondo delle macchine per la preparazione del caffè. Una di queste era la caffettiera a filtro, che come dice il nome presentava un filtro mediano per dividere polvere e bevanda. Sempre al 1800 risale anche la tipologia di caffettiera antenata dell’attuale napoletana,cioè la caffettiera rovesciabile inventata da Morize, il cui successo in Italia ne aiutò la diffusione e l’affinamento.
A fine 1800 vediamo apparire la nostra amata moka: il primo brevetto di una macchina per la preparazione di caffè espresso risale al 1884 inventato da tale Angelo Moribondo. Dobbiamo aspettare il 1933 tuttavia per vedere apparire uno degli strumenti preferiti di ogni appassionato di caffè: è a quest’anno infatti che risale la creazione della moka Bialetti.