Caffettiera

Tipologia Oggetto
Data cronica
Prima metà del 20° secolo
Caffettiera
Caffettiera

Tipologia

utensile da cucina

Numero d'inventario

Numero
CM0084
Inventario
Seminara 2015
Numero
127

Indicazioni sul soggetto

Macchina per prepare il caffè

Consistenza rilevata

Tipologia
pezzo/i
Quantità
1

Descrizione fisica

Oggetto in lamiera, costituito da un unico serbatoio globulare nella parte inferiore e a svasare nell'alta parte superiore. All'interno, vicino alla bocca circolare è inserito il filtro traforato in cui veniva messo il caffè macinato. Sopra è posto il coperchio con impugnatura a pomolo.L'oggetto ha beccuccio diagonale e, in opposizione il manico.

Stato di conservazione

Stato
buono
Data rilevazione
luglio 2015

Condizione giuridica

Proprietà della Casa Museo dell'Alta Valle del Cervo

Materia e tecnica

alluminio

Dimensioni

Unità di misura
cm
Altezza
18
Larghezza
22

Note

Le attestazioni scritte che parlano del caffè come bevanda sono davvero antichissime: si parla della sua nascita in Etiopia dove il pastore Kaldi lo utilizzò per la preparazione del primo decotto energizzante. Non sarà quindi una sorpresa scoprire che la prima caffettiera è originaria proprio dell’Etiopia: si chiamava jabena ed era niente più che un bricco di terracotta con un collo stretto e un beccuccio per versare la bevanda. La jabena ricorda il metodo di bollitura del caffè ancora oggi utilizzato nei paesi arabi, ossia quello del caffè turco e la preparazione con la speciale caffettiera chiamata ibrik.
Arrivando dopo secoli alla diffusione del caffè in Europa, anche qui il primo metodo fu quello di bollitura del caffè macinato per la preparazione della tanto amata bevanda. Tuttavia, il fastidio di dover separare i fondi dall’attuale bevanda portò gli inventori europei a ingegnarsi per trovare un metodo meccanico che permettesse di preparare e gustare il caffè con facilità. Ecco quindi che da questa esigenza ebbe principio l’invenzione di caffettiere vere e proprie e macchine per il caffè. Uno dei primi prototipi fu il Samovar in Russia, poi ampiamente diffusosi in Francia, soprattutto nelle case più abbienti: caffettiere in ottone, rame o ceramica all’interno delle quali veniva inserito sacchetto di tela contenente la polvere di caffè poi immerso nell’acqua e tenuto da un cordoncino. Una volta pronto il caffè il cordoncino veniva tirato e la polvere di caffè così raccolta.
Altra innovazione nel mondo delle caffettiere vacuum a metà del 1800: la vacuum è forse la prima antenata della moka che oggi tutti conosciamo; si trattava di una macchina per il caffè composta da due comparti, uno per l’acqua e uno per la polvere di caffè, che sfruttava la pressione per la preparazione della bevanda. Questa è forse anche la prima tipologia di caffettiera che tiene conto dell’aroma del caffè.
Dopo la vacuum inizia un periodo di grande sperimentazione nel mondo delle macchine per la preparazione del caffè. Una di queste era la caffettiera a filtro, che come dice il nome presentava un filtro mediano per dividere polvere e bevanda. Sempre al 1800 risale anche la tipologia di caffettiera antenata dell’attuale napoletana,cioè la caffettiera rovesciabile inventata da Morize, il cui successo in Italia ne aiutò la diffusione e l’affinamento.
A fine 1800 vediamo apparire la nostra amata moka: il primo brevetto di una macchina per la preparazione di caffè espresso risale al 1884 inventato da tale Angelo Moribondo. Dobbiamo aspettare il 1933 tuttavia per vedere apparire uno degli strumenti preferiti di ogni appassionato di caffè: è a quest’anno infatti che risale la creazione della moka Bialetti.