Il Sacro Monte di San Giovanni d'Andorno - Riccardo Quaglia - Giovedì 13 agosto 2020
- 13 agosto 2020
Tipologia
- conferenza
Contenuto
La serie di edifici religiosi contenti statue a grandezza naturale sorse lungo la mulattiera da Campiglia al Santuario a partire dal 1700. Comprende oggi cinque cappelle dedicate a figure di santi eremiti vissuti tra il IV e il V secolo (S. Paolo di Tebe che incontra S. Antonio eremita; S. Ilarione; S. Gerolamo; S. Onofrio) e alla Maddalena, raffigurata nella cappella più vicina al Santuario. Le cinque costruzioni, ben lontane dalla sontuosità barocca che caratterizza complessi simili in Piemonte e in Lombardia, sono ancora oggi in buono stato e alcune di esse conservano all’interno affreschi attribuibili alla bottega dei Lace di Andorno; la statuaria, di autore sconosciuto, è invece per lo più gravemente danneggiata. Il progetto che, nella scelta niente affatto comune dei santi rappresentati, dimostra una raffinata preparazione religiosa, fu forse sviluppato da Giovanni Battista Furno, dottore in Teologia e vicario foraneo della Valle di Andorno cui fu affidato in quegli stessi anni il compito di raccogliere e investigare grazie e miracoli compiuti per intercessione di S. Giovanni, illustrati in un volume pubblicato nel 1702. L’attività del Furno, in effetti, contribuì fattivamente alla promozione e allo sviluppo del santuario. È probabile tuttavia che il progetto dedicato ai santi eremiti sia subentrato ad uno precedente, comprendente alcune cappelle edificate presso la chiesa, dedicate ad episodi della vita del Battista; se è vero, come affermato nelle Antichità Biellesi di Giuseppe Maffei, che una di esse, in cui era effigiato l’incontro tra Zaccaria e l’angelo e che fu demolita nel 1942, era stata ultimata nel 1625, si può affermare che, come a Oropa e a Graglia, lo sviluppo di un primitivo Sacro Monte fu anche a S. Giovanni d’Andorno il frutto del fervore devozionale che caratterizzò i primi anni del sec. XVII e che portò alla realizzazione di numerosi complessi analoghi anche al di fuori del Biellese. Solo all’inizio del secolo successivo il nuovo percorso si innestò sul precedente recuperando le cappelle secentesche in un cammino ascensionale che preparasse i pellegrini all’incontro con il Battista.
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